DAL FANGO AL PODIO.

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ECO MARATONA del CHIANTI 2010

La corsa è metafora della vita: non regala nulla e i risultati arrivano, ma quando non te l’aspetti. E questo è  il bello, come già recitava due mila anni fa il poema epico indiano della Baghavad Gita : “agisci al tuo meglio, senza attaccamento al frutto delle tue azioni”. A forza di dedicarsi a qualcosa e fare sacrifici senza più nemmeno sapere bene perché  (ma sentendolo in pancia, più che in testa), come per incanto e in perfetta suplesse..voilà: arriva anche la soddisfazione, il risultato, IL PODIO!

All’Eco Maratona del Chianti,quest’anno,  in tanti si sarebbero sentiti abbacchiati: la partenza sotto la pioggia brumosa, che preparava i tanti chilometri di fango (le famose “Crete senesi”)e che lo trasformava in una lunga e larga trappola scivolosa e appiccicaticcia , sia n salita che in discesa (mai in piano, ovvio, siamo in Chianti!), ricordava troppo bene la partenza dell’ultima gara, l’Ultra Trail Mont Blanc, con l’epigone che ricordiamo tutti, lo stop dell’organizzazione e lo stop dei medici a me, a soli 9k dall’arrivo, per ipotermia.

Eppure, proprio quel ricordo e la simile situazione di partenza mi ha permesso di scatenare energie accumulate in questi mesi di senso di incompletezza, per reagire e fare di tutto per non ripetere il fallimento e non soccombere alle intemperie. Anzi, avendo “conosciuto il nemico”, la pioggia, il fango, i ruscelli…ho voluto riavvicinarli con grinta e aggredirli, questa volta, anche perché era più facile e avevo fatto tanta esperienza lassù, sul Monte Bianco: di notte, con la nebbia e in un’enorme pietraia allagata.

Quindi ho mirato sia a tenere un ritmo sostenuto, senza strappi particolari , fino al 28°k, dove finivano tutte le salite maggiori e i terreni fangosi, sia a tenermi idratata oltre che alimentata con le pastiglie di Enervit , rimpiazzando continuamente i sali.

E poi, dal 30°km, ho voluto rendere omaggio al sole inaspettato e allo splendido paesaggio che si stava svolgendo sotto i nostri occhi ( e piedi): ho pensato solo di alzare i piedi e muoverli come in una ruota e di  respirare uniformemente, come se fossi ai primi 10 chilometri, non agli ultimi: un pensiero che aiuta a non sentire il dolore alle gambe e alle anche dovuto al grande sforzo della corsa sul fango (simile ai terreni nevosi).

Gli ultimi 10 chilometri sono stati una veloce, silenziosa fuga per mentenere la posizione che mi avevano comunicato, la 7a, per me già un enorme, impensato risultato.

Sapere poi, all’arrivo che ero 1a di categoria e per di più a 28′ dalla 2a, è stata, per la prima volta, un’enorme conferma dell’impegno di questi pochi ma intensi 3 anni di corsa in altura, in compagnia dello YOGAXRUNNERS, che mi ha permesso di prevenire gli infortuni e di sostenere sforzi intensi e prolungati, con consapevolezza.

PS: Il delizioso prosciutto ricevuto per premio può ricordarmi tutto quello che ho mangiato durante la gara del Monte Bianco, ma è anche un invito a condividere la vittoria (e il prosciutto) con le persone, tante, che mi sostengono e…praticano YOGAXRUNNERS con me!

NAMASTé

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www.ecomaratonadelchianti.it

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classifiche su www.sdam.it

foto su www.fotoeventi.it

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