Yoga e Ultra

ULTRA e YOGA

L\'arrivo alla Lavaredo Ultratrail

Ora che riesco di nuovo a muovere la mano sinistra per scrivere, a due giorni dall’evento, posso dirlo a chiare lettere: se ho potuto affrontare la Lavaredo Ultra Trail grazie all’allenamento di corsa degli anni precedenti e di corsa in montagna degli ultimi mesi, ho potuto portarla a termine con successo ed ampiamente entro il termine massimo (9:08), e nonostante una caduta rovinosa per la mia mano sinistra, solo grazie allo YOGA.

Già 3 anni fa, quando cominciai ad applicarmi con le tabelle di allenamento per affrontare la mia prima maratona, ero convinta che lo yoga fosse soprattutto quello che va oltre (Ultra!) la pratica specifica, e la curiosità di mettere alla prova tale disciplina corroborante ed equilibrante in un contesto durevole e di difficoltà come la maratona, non solo mi spronò e mi sostenne in allenamento e in gara, ma continua a sostenermi nei miei miglioramenti lievi ma continui, oltre che conservare un equilibrio tra mente e corpo che non può che prevenire molti dei piccoli infortuni da sovrallenamento.

Da allora, migliorata di 20 minuti in maratona e di 20 minuti nella mezza, mi sono ritrovata ad aumentare la pratica yogica, sia prima che dopo la corsa e apprezzo la mirabolante capacità del corpo di passare dalla flessibilità al potenziamento allo sforzo all’allungamento passivo senza traumi ma in maniera calma e senza interventi esterni (medicamenti o altro)… e con esso la mente.

Il fatto è che è proprio dell’essere umano spostare i limiti: l’importante è farlo con misura, ossia ascoltandosi sempre e questa pratica, la consapevolezza, è un esercizio difficilissimo se non si è abituati , ma è il dono principale dello yoga, sin dai primi istanti.

Quindi fu naturale, dopo tante gare su asfalto, apprezzare maggiormente la natura e la sua varietà principale, la montagna… anche perché è estremamente allenante, oltre che scenograficamente ricca e, tra un allenamento e l’altro, mi ritrovai iscritta alla seconda edizione delle Lavaredo Ultra Trail di domenica scorsa, 22 giugno 2008. Non solo sarebbe stata la mia prima Ultra, ossia una distanza superiore ai 42 della maratona, ma ancora oggi faccio fatica a realizzare che il dislivello totale è di 3000 metri! In pratica 3 salitone di 1000 metri che duravano non meno di un’ora ciascuna, più tutte le discese impervie, più tutta la corsa appena il terreno lo permetteva. Ho ancora la sensazione che definirei “visione da elicottero”: le 3 cime che si avvicinano e poi si abbassano poi si rialzano e poi si abbassano e poi si rialzano, prima di riatterrare.

L’unica differenza è che erano piedi, le gambe e tutto il corpo che mi spostavano la visione, con tutto il consumo energetico e mentale che un “lungometraggio” così comporta… e, come e più di un pilota, si impara ad applicare un altro principio yogico, che è quello insito nella stessa parola sanscrita originale : YUG= unione (degli opposti), ma anche disciplina, controllo del corpo come veicolo primario per la mente. E’ bastato infatti che mi rilassassi un attimo durante la corsa, per ritrovarmi stesa a faccia in giù con una mano sanguinante e un taglio profondo… e tuttavia, anche in questo caso sento che lo yoga mi è venuto in aiuto: l’abitudine della pratica ad ascoltare lo sforzo e a respirarci sopra, mi ha permesso di non cedere alla paura, al dolore e quindi a ritrovare le forze per alzarmi e riprendere la corsa con mente chiara, fino in fondo. 9 ore , 8 minuti. 11a donna, 162a su 400 concorrenti.

Come per tutte le imprese umane portate a termine, quindi, non posso che continuare a ringraziare dentro di me e anche esternandolo, lo yoga, nella forma originale del primo grande codificatore, Patanjali coi suoi Sutra (Aforismi) , nonché il suo grande, fedele studioso e diffusore BKS Iyengar anche e soprattutto negli insegnamenti e nelle correzioni di tutti gli insegnanti formati alla sua scuola (www.iyengaryoga.it) e di cui faccio parte a mia volta. Per questo motivo mi prodigo a diffondere un programma di yoga ad hoc per la corsa per i podisti che ne possono usufruire anche come prevenzione per gli infortuni e sogno di correre un giorno una maratona “benefica” a favore del grande mondo dello Yoga.

Tite

Pubblicato su spiritotrail

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