E’ ufficiale: MENTE e CORPO sono un’anima sola.STAGE di RESILIENTRAINING

Resilient training stage

La prossima domenica presenterò lo YOGAFORRUNNERS ai partecipanti e all’ideatore dello stage (Pietro Trabucchi) di RESIENTraining a Brusson, vicino ad Aosta. Il mio sarà un nuovo apporto ad un programma destinato alla gestione dello stress e allo sviluppo della RESILIENZA personale, ossia alla capacità di sfruttare le difficoltà, tramite una “valutazione cognitiva” allenata e adeguata, per trasformarle in opportunità, anziché in sconfitte.

L’idea è nata da un colloquio con Pietro Trabucchi (www.pietrotrabucchi.it), lo psicologo ideatore del metodo oltre che grande sportivo, dopo che ci siamo immediatamente trovati su un terreno comune, sia per esperienza, che per studio:

- mente e corpo  sono indisgiungibili , si influenzano a vicenda con 2 corollari: se l’influenza è consapevole possono equilibrarsi e controbilanciarsi (Yoga dal sanscrito Yug=unione, degli opposti); se invece avviene inconsapevolmente, un malfunzionamento dell’uno travolge anche l’altro.

-più le prove sono dure e lo sforzo prolungato (Ultra maratone, Ultra trails..ma anche lo stress della nostra vita metropolitana.) , più è la mente il fattore discriminante. George Sheenan, medico sportivo di fama, ha distillato le parole che tutti i runners condividono:”It’s very hard in the beginning to understand that the whole idea is not to beat the other runners. Eventually you’ll learn that the competition is against the little voice inside you that wants to quit”. “All’inizio è difficile capire che l’idea centrale non è quella di battere gli avversari. Ma alla fine si impara che la gara è contro quella vocina interiore che vorrebbe farti mollare”.

– La VOCINA INTERIORE: chiamalo stress, chiamala stanchezza, chiamalo pensiero negativo, chiamalo mancanza di autostima: il tarlo è sempre in agguato, che si corra o no. E, come tutti i tarli, si insinua nei punti deboli: ora nel corpo, ora nella mente. Ma più spesso e con maggior efficacia e rapidità nella mente.

Gran parte del problema delle filosofie orientali sta proprio nella ricerca delle tecniche per fermare la mente e osservarla, anziché riempirla di concetti. Non è un caso che  tutte le tecniche orientali  hanno mutuato dallo YOGA gli esercizi preparatori del CORPO, come requisiti per rendere possibili i lavori specifici di concentrazione e/o meditazione della MENTE. il 1°sutra di Patanjali (il primo codificatore di aforismi sullo yoga, ca. 200 anni fa) recita: “YOGA CITTA VRITTI NIRODA: Lo Yoga è la CESSAZIONE DELLE MODIFICAZIONI DELLA MENTE. Oltre ad esssere la disciplina più antica (i primi rilievi trovati raffiguranti lo yoga risalgono a più di 2000 anni fa), pochi sanno che lo YOGA è nata come una disciplina per mantenere in salute la setta di guerrieri più forte e importante per la difesa dei confini del nord dell’India, i quali miravano a ottenere la massima salute per potere meditare a lungo ed essere sempre pronti ad affrontare qualsiasi attacco improvviso… L’origine è significativa della caratterristica di DISCIPLINA del CORPO, prima che della mente, anzi DELLA MENTE ATTRAVERSO IL CORPO  insita nello yoga, la cui parola sanscrita, infatti, racchiude il doppio significato: YUG suona come “giogo”, unione, ma anche come disciplina , con regole precise.

Yoga come GIOGO, GIOCO SERIO, SIMULAZIONE delle difficoltà più disparate. Le Asana, le posizioni infinite che pratichiamo e che non avremmo mai pensato di poter praticare, è un grande gioco che ci mette alla prova e ci allena a mantenere il CENTRO (l’EQUILIBRIO,) nonostante gli arti ci portino in direzioni opposte o remote, e a respirare calmi sempre e comunque . E così, nel lavoro fisico degli Asana , siamo costretti (ed impariamo) a mantenere la MENTE NEL PRESENTE, ferma, concentrata sulla pratica. Per questo lo Yoga è una grande scatola di attrezzi per la RESILIENZA: per allenarsi alla capacità di resistere elasticamente , alle tensioni, agli urti, ai traumi. BKS Iyengar spesso ripete: “ESTENDENDO IL CORPO, ESTENDI LA MENTE”.

Ma allora, nello Yoga, che posto ha la respirazione?

– E’ la classica domanda che mi viene posta agli stage per podisti e sportivi, tutti molto , troppo coscienti dell’importanza della respirazione, ma nella consapevolezza della confusione al riguardo.  Praticando lo yoga, le Asana, invece, diventa via via chiaro che la respirazione è già di per sé perfetta ed efficacie se tutto il CORPO è messo nella condizione per respirare appieno: aprendo ed allungando non solo il torace ma tutto il corpo, evitando o sciogliendo i possibili nodi, i blocchi. Tutti siamo consapevoli che la corsa irrigidisce non solo le gambe ma il torace e le spalle che tendono a chiudersi in avanti. Lo yoga, curando la postura e allenando i muscoli e la mente a stare eretti e allungati nella posizione di massima estensione, Tadasana (o Posizione della Montagna), permette di ricordare al corpo di resistere alla stanchezza e a ricuperare la posizione eretta, per poter respirare bene, nonostante tutto.

– E gli esrecizi respiratori , il PRANAYAMA per ottimizzare la respirazione?

La tradizione dello yoga , è vero,  prevede un percorso ideale di perfezionamento secondo cui, solo dopo aver praticato a lungo gli ASANA (le posizioni ) , si può accedere al PRANAYAMA, ovvero alle tecniche di “estensione” (yama) dell’Energia Vitale (Prana) , che è innanzitutto veicolata dal respiro. Il quale respiro, però deve sempre essere naturale e non forzato. Piuttosto , alcuni esercizi preliminari di rallentamento delle fasi del respiro atti ad aumentare la CONSAPEVOLEZZA del ritmo e del flusso intero del respiro, sono molto utili sin dall’inizio , per rendersi conto come la capacità di riportare alla calma il respiro volontariamente, sia un mezzo efficacissimo ed immediato contro lo stress, o la paura in genere.

MEDITARE in CORSA può diventare MEDITARE SULLA CORSA: Dawa Sherpa (plurivincitore di Ultra Trails), sostiene quello che tutti i runners sentono: “Correre è una grande meditazione“: il fatto è che la piacevole sensazione di produzione di pensieri positivi, risolutivi o creativi che la corsa dà è solo una prima fase, certo positiva, del processo di “Mindfulness” o CONSAPEVOLEZZA che innanzitutto distoglie dai pensieri affaticanti ricvolti al passato o al futuro , rivolgendoli al presente. Con l’allenamento costante e vario dello yoga si può fare di più: applicando la consapevolezza su ugni punto del corpo si prevengono le tensioni, concentrandosi sul respiro lo si rilassa e così tanta energia (Prana) viene risparmiata, si prevengono tanti infortuni da disattenzione, e la sensazione generale di benessere si accompagna addirittura ad un abbassamento del battito. Sakyong Mypham Rinpoche, monaco buddista neo-maratoneta, insiste sul potere della “running meditation” come esercizio costante e disciplinato per sincronizzare corpo e mente nel presente e per metterli al servizio dell’azione sportiva. (www.sakyong.com)

– Infine, il percorso dello yoga prevede proprio l’iter fin qui descritto: ASANA; PRANAYAMA, PRATHYARA (ritrazione dei sensi), DHARANA (concentrazione su un punto), DHYANA (meditazione), SANMADHI (meditazione pura).

http://www.sakyong.com/videos.php?id=19

http://www.time.com/time/health/article/0,8599,1891271,00.html?xid=rss-fullhealthsci-yahoo

Add a Comment

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *