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Sabato 24 ottobre ho avuto l’onore di presentare lo Y4R ai BANCARI ROMANI, il più grosso gruppo podistico di Roma , alle Terme di Caracalla, prima di correre tutti insieme per la Fao una 10km di beneficienza “Run for Food” .
E’ per me una sfida, sempre interessante e di grandi risultati, affrontare podisti curiosi ma ignari dello yoga, solo consapevoli che così rigidi non si può più andare … avanti, nemmeno correre in salute e, tanto meno, in maniera efficace. Ma siccome lo yoga, in fondo, è consapevolezza, il solo fatto di essere lì, di fronte a me , in quel momento, significa che il cambiamento è già in atto: stanno già facendo yoga. Lo YOGAFORRUNNERS è una scoperta successiva, ma il più è fatto.
Il bello di introdurre lo yoga ai podisti è che si parte privi di tutte le sovrastrutture che appesantiscono la pratica canonica e “ufficiale”: niente tappetini, o attrezzi vari che spesso diventano dei prolungamenti inscindibili dal proprio essere, ma una sorta di ritorno alla Madre Terra: tutti pronti a spalmarsi sull’erba!
Per non parlare del tabù dei piedi: di solito, in occidente, ci vogliono mesi prima che un praticante di yoga cominci a togliere le calze e, ancor più, a prendersi cura dei propri piedi, sopra e sotto, nel loro contatto col terreno, che per Iyengar soprattutto, costituiscono le fondamenta della postura, del nostro stare radicati al suolo. Con i podisti è tutto più facile: sarà che il contatto del piede con la scarpa e poi col terreno è un tema prioritario per la corsa, sta di fatto che l’ invito a togliere scarpe e calze viene raccolto subito da tutti, con un senso di liberazione. La pratica successiva, con le posizioni in piedi e per i piedi, è un viaggio alla scoperta di un continente sconosciuto, che si apre (letteralmente) di fronte ai loro occhi…occhi che diventano sempre più grandi e aperti, a dimostrazione della connessione delle terminazioni nervose dai piedi al cervello. Poco importa se dovranno tutti comprarsi un mezzo numero in più…
E poi c’è la scoperta della parte posteriore del corpo, innanzitutto la spina dorsale, che nello yoga è più importante della testa, essendo meno protetta e più mobile: la scoperta è nel fare e rifare UTTANASANA , la flessione in avanti in piedi a gambe tese, più volte e dopo varie posizioni, in cui constatano che, alla fine, la schiena si scioglie, il collo si allunga e le mani raggiungono inaspettatamente terra (e senza smettere di respirare!). Suo corollario, la scoperta di addominali inaspettati, quei ganci che tengono uniti, ma mobili gli arti con il busto e che di solito i podisti hanno deboli.
Infine il cerchio si chiude con la posizione che da senso a tutto il lavoro svolto nella pratica degli ASANA (=posizioni): SAVASANA, la Posizione del Cadavere, il rilassamento totale a terra che, da una parte, riesce così perfetto e totale proprio perché si è lavorato per aprire e ossigenare, decontrarre tutto il corpo e , dall’altra è un momento, anche breve, di rigenerazione più che mai importante per uno sport come la corsa. L’arte del rilassamento, dove rimane solo da ascoltare la musica del respiro, come risorsa per correre bene e in salute.E non è poco, in due ore al parco.
E’ stata un’esperienza energizzante…. me ne sono resa conto durante la settimana , molto positiva….thanks so much, Tite
Elena Bellucci
Ciao Tite
Sono Massimo, ho seguito con te il corso di Yoga for Running a Roma una decina di giorni fa.
Ti scrivo per dirti le mie sensazioni dopo che ho messo in pratica i tuoi insegnamenti.
Pratico le seguenti asana prima di correre(scusa per i nomi non corretti!)
Tadasana, posizione dell’albero, apertura del bacino, seggiola yogica, saluto al sole, ed alcuni esercizi di relax per la schiena.
Quando corro mi accorgo di stare più dritto,corro meglio e mi affatico meno, anche i tempi sono leggermente(ma proprio leggermente migliorati).
Per il dopo corsa seguo quasi tutti gli esercizi riportati sull’ultimo numero di correre e mi trovo benone.
Ho notato che mi fanno più male i polpacci dopo la corsa, e sento un dolorino al ginocchio sinistro,forse è dovuto alla nuova postura?
Inoltre mi sento “meglio” meno stanco dopo la corsa e sicuramente meno contratto.
Nella vita di tutti i giorni (ufficio, scooter, attesa alle macchinette del caffè) cerco di mantenere la schiena eretta come se fosse in tadasana, un po faticoso, ma ne vale la pena.
Indubiamente mi sento meglio e gran parte di questo miglioramento lo devo a te, e colgo l’occasione per ringraziarti.
Ho iniziato a leggere Teoria e pratica dello yoga, ma ancora è presto per formularne un giudizio, sono arrivato a pagina 35 !
Spero che sia sufficiente come feedback.
Spero di rivederti presto a Roma, magari per un corso più approfondito.
Massimo Cimarelli
Roma