NEW YORK, NEW YORK

Manca solo un mese (2 Novembre) alla MARATONA più famosa del mondo e per la seconda volta mi trovo, come altri 37.9999 come me, a stupirmi per la velocità con cui questi mesi (di solito 6) di allenamento mirato, si sono susseguiti. Rispetto alla prima volta, prima maratona, nel 2006, mi sento come un adulto quando ricorda la propria infanzia: i primi passi, appunto. Allora miravo semplicimente a portare a termine la distanza canonica dei 42 chilometri; ora, anche…ma con una manciata di maratone e una quarantina di mezze maratone alle spalle, qualche decina di gare varie e un’ultra-maratona in montagna, quattro allenamenti settimanali mirati con tabelle che vanno dai “lunghi” alle “ripetute” agli “intervalli” alle “progressioni”, sento di poter avere qualche velleità in più (anche se non si fanno mai pronostici). In termini yogici , sento di avere maggiore CONSAPEVOLEZZA: del corpo, delle gambe, delle andature, della resistenza, di tutto il mio essere nel complessissimo e elementarissimo gesto della corsa, nel respiro.

Allora come oggi, tuttavia, la pratica dello YOGA mi assiste in ogni momento e sento di dovergli la capacità di “ascoltare”  la corsa impegnativa, come ogni altra attività che mi arricchisce, e di osservare ogni allenamento, come ogni posizione o asana, anche da testimone e non solo come soggetto passivo. Questa modalità doppia permette di risparmiare parecchie energie emotive e psico-somatiche ed è una grande risorsa per i momenti difficili, per esempio per gli ultimi chilometri della maratona… www.newyorkcitymarathon.org

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